Milano – Circa 8 milioni di
cittadini, in Italia, avrebbero bisogno di un’azione mirata per il
miglioramento del profilo lipidico, e per circa 2 milioni di loro la risposta
definitiva, per la normalizzazione dei livelli del cosiddetto “colesterolo
cattivo”, sarebbe un intervento sugli stili di vita. Protagonista di questa
iniziativa di prevenzione non può che essere la farmacia, il punto di
riferimento più “a portata di mano” per la salute di milioni di persone. E
proprio per questo prende il via un progetto di formazione, dedicato ai
farmacisti lombardi, “Nuove frontiere terapeutiche per il controllo
dell’ipercolesterolemia e dislipidemie miste”, promosso da Fondazione
Muralti con un grant incondizionato di Daiichi Sankyo.
Gli
interventi terapeutici in area cardiovascolare e cardio-metabolica sono
caratterizzati da una curva crescente di intensità, commisurata al rischio del
singolo paziente, a sua volta espresso dallo scostamento dei valori riscontrati
rispetto ai range di riferimento. Ciò implica che l’intervento della farmacia
si può dispiegare a diversi livelli: anzitutto nella sensibilizzazione rispetto
al rischio cardiovascolare – responsabile ancora oggi, purtroppo, del numero
più alto di decessi rispetto a qualsiasi altra patologia, incluse quelle
oncologiche – e all’importanza di un’alimentazione corretta e dell’attività
fisica. Poi nel consiglio riguardo a diversi presidi, preventivi e terapeutici,
molto utili nei casi di leggera ipercolesterolemia, che possono essere gestiti
con integratori e nutraceutici, e quindi a prescindere dalla prescrizione
medica, ma con l’evidente vantaggio di un consiglio consapevole da parte del
farmacista. E infine, nell’accompagnamento del paziente lungo percorsi
terapeutici più complessi, imperniati sull’efficacia del farmaco, ma
soprattutto – come spesso accade quando si parla di malattie croniche – sul
ruolo imprescindibile dell’aderenza terapeutica da parte del paziente.
“In questo contesto – afferma Annarosa Racca, Presidente di Federfarma Lombardia
– il farmacista e la farmacia di comunità possono e devono giocare un ruolo
centrale: in primo luogo di formazione e informazione, per estendere la cultura
della prevenzione sul rischio cardiovascolare, e poi di presidio sanitario strategico
durante il percorso terapeutico del paziente. Ecco perché è fondamentale che la
farmacia di comunità si arricchisca di conoscenze e competenze sempre più
specifiche, anche di carattere farmacologico. Conoscenze che devono crescere di
pari passo con gli sviluppi dell’innovazione farmaceutica, che proprio in area
cardio-metabolica sta compiendo in questi anni avanzamenti straordinari”.
“La formazione e l’aggiornamento del
farmacista – aggiunge Manuela Bandi,
Direttore della Fondazione Muralti – sono
necessari per potenziare il suo ruolo di ‘counselor’ a supporto del paziente cronico. Per questo abbiamo
attivato una serie di strumenti formativi, webinar e FAD con rilascio di 30 crediti
ECM, per permettere ai farmacisti
lombardi di acquisire le competenze e le nozioni necessarie per accompagnare il
paziente nel suo percorso di cura. Si tratta di una formazione dal taglio
spiccatamente pratico per la migliore gestione delle persone con colesterolo
non controllato”.
Oggi i
modelli organizzativi necessitano di una maggiore integrazione con il
territorio e con la farmacia, primo vero punto di contatto e riferimento
fondamentale per il cittadino soprattutto per coloro che convivono con una
patologia cronica. Nella farmacia i cittadini-pazienti posso trovare un
necessario supporto in termini di informazione, conoscenza, counseling, nonché
una guida verso un percorso integrato di presa incarico tra specialisti e medici
di Medicina generale. (www.agenziaomniapress.com - 10.10.2023)