martedì 28 novembre 2023

Occhio Secco: per la Società Oftalmologica Italiana (SOI) il Collirio non Basta. I Trattamenti Più Efficaci Sono Solo Per Pochi

 

Roma (Marisa de Moliner) - L’Occhio Secco non è un problema da poco, ne soffrono davvero moltissime persone: addirittura il 70% della popolazione ultracinquantenne. Ma riesce a curarsi solo l'1% perché i tre trattamenti all'avanguardia efficaci sono costosi e non li passa il Sistema Sanitario Nazionale. È quanto è stato rivelato a Roma al simposio di chiusura del 102° Congresso della SOI (Società Oftalmologica Italiana) tenutosi il 24 e 25 novembre 2023 al Rome Cavalieri Hilton.

Normalmente le persone, in prevalenza donne, che convivono con la malattia dell’Occhio Secco, definita a livello internazionale Dry Eye Disease, cercano di contrastarlo con le lacrime artificiali e i colliri che però danno solo un po’di sollievo ma non risolvono il problema. E pensare che trattamenti più  efficaci ci sono, eccome. O meglio ci sarebbero, perché sono cari, tant‘è vero che se li può  permettere solo l’1% dei pazienti. Al restante 99% rimangono preclusi perché il Servizio Sanitario Nazionale non ne copre la spesa. “Per questo la SOI - dichiara il presidente Matteo Piovella- sta lavorando perché possano essere accessibili a tutti e per informare i cittadini sull’esistenza di questi trattamenti in modo da dare una risposta significativa e utile ai pazienti”.

Il rimedio contro l’Occhio Secco non è uno solo, ma ben tre. Trattamenti di ultima generazione che gli oculisti della Società Oftalmologica Italiana conoscono bene al punto d’illustrarli durante il simposio ai loro colleghi.  E precisamente BlephEx, LipiFlow e iLux, che in modi diversi eliminano il biofilm che depositandosi sulle nostre palpebre e alla base delle ciglia, provoca rossore, prurito, sensazione di corpo estraneo, secchezza oculare o lacrimazione, infiammazione a livello palpebrale e a livello delle ghiandole di Meibomio, disturbi tipici dell’occhio secco evaporativo”.  

Un’eliminazione, che non è assolutamente possibile con i colliri attualmente in commercio,  ma a quanto pare necessaria. “Solo in questo modo- spiega Piovella- si può  evitare che, con il passare degli anni, si riduca o si azzeri la produzione dei lipidi e delle proteine che lubrificano i nostri occhi. L’ostruzione progressiva delle ghiandole di Meibomio va combattuta: una ghiandola ostruita non produce nessuna sostanza lubrificante”

Se la maggior parte dei pazienti non conosce questi trattamenti conosce invece bene l’occhio Secco. “Al quale va aggiunto l’aggettivo ‘evaporativo- precisa il presidente della SOI- questo perché l’occhio secco non si caratterizza solo per lacrimazione insufficiente o assente. Le lacrime vengono regolarmente prodotte, ma evaporano, per  carenza di produzione di lipidi e proteine, lubrificanti naturali dei nostri occhi. Sono  prodotti dalle ghiandole di Meibomio che sono 70 per occhio (40 all’interno della palpebra inferiore, 30 a livello della palpebra superiore). Senza la presenza di questo film superficiale, la lacrima, composta principalmente da un liquido acquoso, evapora con estrema facilità, lasciando l’occhio secco proprio a seguito di un processo ‘evaporativo’. Naturalmente il processo infiammatorio a livello palpebrale sostenuto dai batteri e dalle loro tossine va ridotto”.

A ridurre questo biofilm al momento in Italia ci sono solo questi trattamenti: il BlephEx, una procedura indolore che eseguita con un manipolo permette di far girare (1500 giri/min) una micro-spugna lungo il bordo delle palpebre e delle ciglia, rimuovendo il biofilm ed esfoliando le palpebre. Il LipiFlow che in 12 minuti permette, aumentando la temperatura delle palpebre di 5,5 gradi, di sciogliere i detriti che, divenuti solidi, ostruiscono le ghiandole di Meibomio. Riportati allo stato liquido permettono di espellere il materiale responsabile dell’ostruzione tramite un massaggio delle palpebre  attraverso i dotti escretori delle ghiandole stesse. Il terzo trattamento è l’iLux utilizzato per eliminare in profondità tutti i residui ancora presenti nelle ghiandole di Meibomio che potrebbero riattivare il processo ostruttivo. 

Tutti e tre i trattamenti sono inaccessibili per la maggior parte dei pazienti a causa del costo. E nota dolente aggiuntiva  per renderli duraturi nel tempo, secondo le nuove evidenze scientifiche, andrebbero ripetuti in alcuni casi una seconda volta 40 giorni dopo.  Ma c'è anche un ulteriore rimedio efficace inaccessibile per un altro motivo: perché non ancora presente in Italia.  Una novità immessa sul mercato un mese fa oltreoceano, e precisamente il primo farmaco, un collirio, in grado di ridurre se non di eliminare la presenza di Demodex, un acaro abitualmente ospite della cute umana che può proliferare in maniera eccessiva nel bordo palpebrale colpendo le ghiandole di Meibomio.

Ma il biofilm responsabile dell’Occhio Secco non è il solo da contrastare, c'è n'è infatti un altro che conosciamo tutti e che siamo già abituati a eliminare, ossia il tartaro. “E proprio come lo eliminiamo dalla bocca attraverso le sedute di igiene dentale- conclude il presidente della SOI- si dovrebbe fare altrettanto con il biofilm responsabile dell’Occhio Secco Evaporativo “. (www.agenziaomniapress.com - 28.11.2023)