Milano (Marisa de Moliner) - È forse giunto il momento di poter indagare
storicamente, in modo assolutamente scientifico, scevro da polemiche e
schieramenti, a centouno anni dall'inizio delle campagne d'Africa e a ottantuno
dalla loro fine, la partecipazione della Milizia Volontaria Fascista. Un
fenomeno che verrà scandagliato, Giovedì 9 maggio alle ore 16,00 alla
Biblioteca Braidense in via
Brera 28, da Niccolò Lucarelli che presenterà il suo libro "Le
camicie nere in Africa 1923-1943". Ma l'autore non sarà da solo a
discutere di quest'ampia pagina del colonialismo italiano durato un ventennio,
lo affiancheranno l'avvocato Franz Sarno, un vero cultore di
storia e filosofia nonché scrittore con la toga e il generale di corpo
d'Armata Giorgio Battisti, esperto delle Operazioni in Somalia e scrittore
con le stellette.
Niente nostalgia, retorica o
celebrazione, Lucarelli, nato quarant'anni dopo la fine dell'impiego
delle Camicie Nere nelle colonie italiane, affronta il tema da storico
militare. Collaboratore della «Rivista Militare», con all'attivo vari volumi sulla Seconda guerra mondiale,
ha preso in esame tutte le spedizioni: dalle prime in Cirenaica nel 1923,
seguite da quelle in Etiopia e da quelle
in Tunisia che nel maggio del 1943 segnarono la fine del colonialismo italiano
in Africa. Anche se l’ONU affidò dal 1950 al 1960, alla Repubblica Italiana
l‘amministrazione fiduciaria della nostra ex colonia della Somalia per portarla
gradualmente all'indipendenza. L''unico caso di amministrazione fiduciaria
assegnata dalle Nazioni Unite a un paese sconfitto nella Seconda guerra
mondiale.
Una ricostruzione, quella contenuta nel libro
edito da Mursia, del passato coloniale italiano che non ha trascurato proprio
nulla. A cominciare dai fatti d’armi, dalle strategie militari che dal punto di
vista tecnico chi meglio potrà valutare se non il generale Giorgio Battisti che
oltre alla missione in Somalia nel 1993 ha preso parte anche ad altre in Bosnia
e in Afghanistan. All'avvocato Franz Sarno, che si è misurato più volte
fuori dalle aule di tribunale in "processi" a personaggi storici,
toccherà dialogare con Niccolò Lucarelli dal punto di vista storico,
politico, sociale e morale delle operazioni coloniali.
Operazioni sulle quali chissà
potrebbe forse contribuire a fare un po' di chiarezza il volume, che sarà
presentato il 9 maggio alla Braidense, nel quale si legge: «In Africa, come del resto altrove, il ruolo
della Milizia è in chiaroscuro: una forza armata discretamente efficiente ma
mai decisiva, anche perché mai impiegata in maniera massiccia, e che non riuscì
completamente a operare quella saldatura con l’Esercito tanto auspicata da
Mussolini.»
Lucarelli s'è documentato con dovizia di particolari
ricorrendo a bollettini militari, a diari storici dei vari comandi e ad
articoli di stampa, ma anche alle voci di quei protagonisti anonimi come quelle
migliaia di ragazzi in camicia nera partiti per l'Africa sulle note di una
canzone del 1935: "Io ti saluto, vado in Abissinia cara Virginia, ma
tornerò. Appena giunto nell'accampamento dal reggimento ti scriverò". Ed è
proprio dalle lettere di questi giovani, arruolatisi tutti convinti della
necessità della guerra, che si possono ricostruire tante vicende, tante cose
vissute e viste di persona, i pensieri, e
i sentimenti. E non ultimi i
dubbi di coloro che una volta in Africa
hanno messo in discussione non solo l'impresa coloniale ma il fascismo
in toto.
Per prenotarsi alla presentazione: https://bibliotecabraidense.org/attivita-eventi/le-camicie-nere-in-africa/ (www.agenziaomniapress.com - 16.4.2024)