Milano (Marisa de Moliner) - Non è mai troppo presto per prenotare, visto il tutto esaurito che I Legnanesi registrano a ogni spettacolo. Ed è così che al Manzoni, on line, telefonicamente e attraverso il circuito Ticketone, dallo scorso lunedì 14 aprile sono aperte le prevendite per la rivista che porteranno in scena dall'8 gennaio al 22 febbraio 2026, della quale al momento esiste solo il titolo "I Promossi Sposi". Titolo voluto dall'autrice Mitia Del Brocco, moglie del regista e attore Antonio Provasio che veste i panni della Teresa, per omaggiare il teatro che vedrà la ormai mitica "Famiglia Colombo" protagonista per ben 42 giorni.
Un ritorno che è però contemporaneamente anche, in un certo senso, un debutto. Poiché a calcare il palcoscenico del teatro Manzoni fu nel 1965 l'originaria compagnia de I Legnanesi, capitanata dal fondatore Felice Musazzi e da Tony Barlocco, dal 27 agosto al 10 ottobre con "Teresa di notte". Per poi ritornare in scena l'anno dopo dal 26 agosto al 25 settembre con "I lenzoeu d'ier e d'incoeu". Mentre questa volta saranno i loro degni eredi Antonio Provasio ed Enrico Dalceri, rispettivamente la Teresa e la vistosa attempata figlia Mabilia sempre alla ricerca spasmodica di fidanzati per lo più bizzarri e improponibili, che da ormai 22 anni hanno raccolto il testimone da Musazzi e da Barlocco, a far divertire il pubblico con la loro rivista in grande stile, l'unica all'italiana rimasta, con tanto di lustrini, piume, paillettes e boys. E proprio i boys sono una delle modernizzazioni rispetto alla compagnia originaria. «I nostri 8 boys- ha spiegato Antonio Provasio alla conferenza stampa di presentazione de "I promossi sposi ", alla quale i tre protagonisti principali sono intervenuti nelle vesti di Teresa, Mabilia e Giuàn, arrivati in teatro addirittura a bordo di un tram appositamente allestito- sono dei ballerini professionisti. Contrariamente ai loro predecessori della compagnia Musazzi-Barlocco che erano ragazzi che di giorno lavoravano e la sera si esibivano in teatro. Un cambiamento dovuto al gusto del pubblico, che se una volta accettava e rideva per un passo sbagliato ora è meno propenso a tollerarlo. Ed è pertanto emersa l'esigenza di avere come boys dei ballerini diplomati usciti da scuole milanesi di musical».
Ma i boys non sono l'unica operazione di modernizzazione anche se lo spirito principale, quello del cortile, permane. «Il nostro pubblico- ha sottolineato Provasio- vuol vedere il cortile, dove si può parlare di qualsiasi cosa, anche dell'attualità. Siamo partiti da un oratorio e dalla voglia di stare insieme, però non è più la comicità stantia degli anni Settanta. Ci siamo sdoganati, la compagnia ha avuto un po' un'evoluzione, quella è fondamentale sennò era già bella che chiusa. E abbiamo girato tutt'Italia, quest'anno andremo tra l'altro a Roma, torneremo all'attacco della capitale a maggio. Noi paghiamo il dazio del dialetto milanese che è un po' ostico come dialetto, non è simpatico come può essere il napoletano o il romanesco. Abbiamo lavorato su questa cosa, la tradizione e la cultura sono rimaste, c'è stata un'innovazione nei testi senza sradicare quelle che erano le nostre radici perché, comunque sia, noi partiamo sempre dal cortile, perchè il cortile è il simbolo de I Legnanesi. La milanesità è il cortile. Il nostro pubblico è legato a questa cosa, vuole vedere il cortile, poi si può parlare di tutto. Con l'evoluzione della specie chiaramente abbiamo ringiovanito i testi, abbiamo ringiovanito i personaggi, e abbiamo quasi cabaretizzato alcune situazioni. Per noi l'importante è mantenere viva quella che è la storia, la tradizione e la cultura lombarda».
L'opera di facilitazione della lingua I legnanesi l'avevano già intrapresa molti anni fa passando al milanese dal legnanese, della compagnia originaria dei primi tempi, che è ancora più chiuso e più ostico. E a proposito del legnanese, non come dialetto ma come persona, Antonio Provasio ha svelato una curiosità. Ha fatto interpretare la ormai celebre vedova Carmela col mega medaglione al collo ritraente la buonanima all'attore più legnanese di tutta la compagnia. Mentre non è assolutamente legnanese, ma è nato a Monza, l'altra colonna portante della compagnia, Enrico Dalceri che, oltre a interpretare la zitella più simpatica del teatro italiano, è autore delle scenografie, dei costumi, e delle musiche. Musiche altamente artigianali che sono state realizzate con un'orchestra in sala di registrazione e d'incisione. Niente di elaborato al computer. «Posso dirvi poco- ha commentato divertito per aver partecipato per la prima volta a una conferenza stampa agghindato di tutto punto da Mabilia- perchè insomma io sto creando questi quadri musicali, e posso dirvi solo che grazie a quest'opportunità del teatro Manzoni ho voluto rendere omaggio ad Alessandro Manzoni e al teatro Manzoni con un balletto dedicato a Renzo e Lucia.
E non poteva mancare, infine, il terzo componente dell'esilarante famiglia Colombo. Il Giuàn che, vittima della bisbetica moglie Teresa e della svampita figlia Mabilia, è ormai diventato una vera e propria maschera riconoscibilissima dai baffoni e dal cappello. A impersonarlo da tre stagioni è Italo Gilioli, originario di Varese, che mette a servizio del suo personaggio una pluriennale esperienza d'attore e di cabarettista anche televisivo.
Da quanto anticipato le risate non mancheranno, ad assicurarlo è la Teresa che ha concluso la brillante conferenza stampa rivelando: «Ci stiamo già divertendo nel leggere alcune situazioni. Noi partiamo sempre dall'idea che dobbiamo divertirci noi. Se ci divertiamo noi, automaticamente il pubblico si diverte».
Per info: https://www.teatromanzoni.it/ (www.agenziaomniapress.com - 16.4.2025)