venerdì 13 giugno 2025

Amiloidosi Cardiaca: Malattia Rara Difficile da Diagnosticare. Approvato Nuovo Farmaco

 

Milano L’amiloidosi cardiaca da transtiretina (ATTR-CM) è una malattia progressiva e degenerativa che, se non diagnosticata e trattata per tempo, può compromettere seriamente la funzione del cuore e di altri organi vitali, impattando la qualità di vita dei pazienti. L’amiloidosi cardiaca (CA) è una malattia rara, a cui possono essere ascritte meno di 5 diagnosi su una popolazione generale di 10.000 individui. L’amiloidosi cardiaca è causata dall’accumulo di proteine che assumono una conformazione anomala e si organizzano in fasci filamentosi nel tessuto del cuore, rendendolo progressivamente meno efficiente nel pompare il sangue. 

Le forme più comuni sono l’amiloidosi cardiaca da transtiretina (ATTR-CM) – che può essere senile o ereditaria – e l’amiloidosi da catene leggere (AL), legata a una disfunzione del midollo osseo. La consapevolezza della malattia nella classe medica è crescente, grazie alla ricerca clinica e al lavoro congiunto di specialisti come cardiologi, internisti, neurologi ed ematologi, ma può essere ulteriormente implementata e portare a diagnosi precoci e a trattamenti adeguati. 

Oggi, grazie a un crescente impegno clinico e scientifico, l’amiloidosi cardiaca da transtiretina ATTR-CM può essere affrontata con maggiore efficacia; tuttavia, serve ancora aumentare la consapevolezza nella classe medica affinché questa malattia possa essere diagnosticata sempre più precocemente e trattata adeguatamente.

«Molti pazienti arrivano alla diagnosi dopo mesi, se non anni, di sintomi sottovalutati o mal interpretati – spiega la Dottoressa Samuela Carigi, Medico Cardiologo, Responsabile dell’Ambulatorio Scompenso e Cardiomiopatie dell’Ospedale Infermi di Rimini dell’AUSL Romagna - In soggetti con scompenso cardiaco a frazione di eiezione conservata, in particolare negli uomini sopra i 65 anni, l’amiloidosi cardiaca da transtiretina (ATTR-CM) dovrebbe essere considerata più di frequente. Oggi disponiamo di strumenti diagnostici non invasivi come la scintigrafia ossea, il dosaggio di biomarcatori e l’uso mirato della risonanza magnetica, che permettono di orientare rapidamente la diagnosi. Strumenti che spesso consentono di evitare la biopsia, riservandola solo ai casi in cui il sospetto diagnostico rimane incerto.

«La sfida principale è di natura clinica: sospettare la malattia nei giusti contesti – sottolinea il Professor Giovanni Palladini, Medico Internista, Direttore del Centro Amiloidosi Sistemiche e Malattie ad Alta Complessità della Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia, Professore Ordinario di Biochimica Clinica e Biologia Molecolare Clinica presso l’Università di Pavia – Un paziente con sindrome del tunnel carpale bilaterale, ipotensione ortostatica, neuropatia periferica o proteinuria, se ha anche segni di cardiomiopatia, merita un approfondimento. L’amiloidosi cardiaca è una patologia rara, ma non così infrequente da poter essere ignorata, specie in alcuni sottogruppi di popolazione. È fondamentale che l’allerta clinica venga condivisa e coltivata in un contesto multidisciplinare, in cui cardiologi, neurologi, gastroenterologi, internisti e medici di medicina generale collaborino strettamente per riconoscere i segnali precoci della malattia e che i pazienti siano seguiti in un contesto dedicato e dotato di tecnologia adeguata. Solo così possiamo garantire una diagnosi tempestiva e un percorso di cura adeguato, evitando la frammentazione dell’assistenza».

Alnylam Pharmaceutical ha annunciato che la Commissione europea ha concesso l'approvazione per il trattamento dell'amiloidosi da transtiretina di tipo wild o ereditaria in pazienti adulti con cardiomiopatia (ATTR-CM) come indicazione aggiuntiva per il suo farmaco orfano RNAi AMVUTTRA® (vutrisiran).  (www.agenziaomniapress.com - 13.6.2025)