(a cura di Pietro Cobor) §§ Milano - Sono oltre 6 milioni le persone sorprese a rubare nei punti vendita o all'interno di aziende (dipendenti disonesti) di tutto il Mondo e fermate dai servizi di sicurezza interna o dai commessi: è quanto emerge da una ricerca presentati da Checkpoint Systems, leader globale per il controllo delle differenze inventariali, in base alla indagine sul numero e la tipologia di furti commessi nel 2010 all’interno dei punti vendita e della Grande Distribuzione condotta dal Centre for Retail Research e patrocinata dalla stessa Checkpoint Systems.
In particolare, i taccheggiatori fermati sono 5,3 milioni, di cui 3,2 in Europa e 1,7 milioni in Nord America, mentre i dipendenti disonesti smascherati sono 840 mila di cui 118mila in Europa e 684mila in Nordo America.
Lo studio evidenzia che il livello dei furti nel Retail nel 2010 ha raggiunto globalmente una cifra pari a 87,506 miliardi di Euro, il che rappresenta una diminuzione del 5,6% rispetto allo scorso anno. La riduzione delle differenze inventariali – ossia delle perdite causate da furti di clienti e dipendenti ma anche da errori amministrativi – è stata registrata in tutte le aree geografiche oggetto d’indagine ed ha trovato maggior riscontro in Nord America (-6,9% rispetto al 2009).
In Italia, la percentuale di differenze inventariali è stata pari all’1,28% rispetto al fatturato del Retail, con una diminuzione del 5,9% rispetto allo stesso dato del 2009. Tuttavia le perdite che i responsabili dei punti vendita subiscono sono ancora molto alte, pari a 3,205 miliardi di euro.
Lo studio evidenzia anche come la spesa per la prevenzione abbia contribuito negli anni a diminuire i furti.
“Nonostante il calo delle differenze inventariali, il costo della criminalità nel retail continua a rappresentare una maggiorazione di 152 euro sul conto della spesa di ogni famiglia media appartenente ai 42 paesi esaminati” ha affermato il professor Joshua Bamfield, direttore del Centre for Retail Research e autore della ricerca. “In Europa, la cifra è pari a 140,65 euro, mentre per l’Italia la ‘tassa invisibile’ che le famiglie italiane sono costrette a sostenere raggiunge una valore di 163 euro all’anno”
Confrontando i dati Europei, è opportuno evidenziare due aspetti. Il primo riguarda un record positivo: dopo Turchia (-9%) e Grecia (- 6,5%), l’Italia risulta essere la nazione che ha maggiormente ridotto il livello di differenze inventariali.
Andando ad analizzare quali sono le fonti delle perdite, si scopre che in Italia sono aumentati ulteriormente i furti commessi da parte dei clienti: sono infatti il 52,5% i taccheggi ad opera di bande organizzate o da ladri non professionisti (erano 50,8% nel 2009), un valore anche più alto rispetto al resto della media europea, che si attesta sui 47,8%.
La percentuale di dipendenti disonesti - che rappresenta la seconda maggiore causa dei furti nel retail - scende dal 30,9% dello scorso anno al 25% del 2010. Tra le altre fonti alla base delle differenze inventariali ci sono le frodi da parte di fornitori/ produttori (7,2 % delle perdite) e gli errori interni (15,3%).
Per ciò che concerne le linee di prodotti maggiormente rubate livello globale, gli aumenti maggiori sono stati rilevati nel settore abbigliamento per bambini e quello da esterno, nei prodotti per la rasatura, in affettati /insaccati e nel latte in polvere.
Ulteriori informazioni http://www.checkpointsystems.com/ (Omniapress-21.10.2010)