martedì 22 giugno 2021

Diagnosi Precoce delle Malattie Neurodegenerative: Scoperta Proteina Spia Rivelatrice. Autori: Istituto Auxologico, Centro Dino Ferrari, Università di Ulm (Germania) e Università degli Studi di Milano

 

Milano (Marisa de Moliner) - Diagnosticare precocemente è sempre importante ma lo è ancora di più nel caso di malattie complesse come quelle neurodegenerative. Uno spiraglio si apre per due due di queste: la  Sclerosi  Laterale  Amiotrofica e  la  Demenza  Frontotemporale, due patologie accomunate in una unica base patogenetica.

 L'Istituto Auxologico Italiano e il Centro Dino Ferrari, tutte e due di Milano, in cordata con l'Università di Ulm in Germania, hanno trovato come diagnosticare precocemente la SLA e La FTD grazie a un biomarcatore:  la proteina definita  “ neurofilamento a catena leggera” (NFL).

Il  NFL  è stato  studiato originariamente nel liquido cerebrospinale , ma  le  moderne  tecnologie  ci stanno aiutando a rilevarlo anche nel sangue , rappresentando un utile indizio di malattia, di gravità  e di eventuale risposta alla terapia. I contributi degli ultimi anni sono sapientemente riassunti in una esaustiva pubblicazione apparsa su Frontiers in Neurosciencea firma  Federico Verde, Markus Otto e Vincenzo Silani dell ’ IRCCS Istituto Auxologico Italiano- Università degli Studi di Milano, Centro “Dino Ferrari” in collaborazione con l’ Università di Ulmin Germania.

“Questa  revisione  critica– afferma  Vincenzo  Silani,Ordinario  in Neurologia  della  Università degli Studi di Milano e Direttore della UO di Neurologia dell’IRCCS  Istituto  Auxologico  Italiano rappresenta, per la completezza e competenza, un riferimento per il presente ed il futuro”.

Federico  Verde,  Ricercatore  della  Università  degli  Studi  di  Milano,  ha  raggiunto  una  particolare padronanza dell’argomento dopo un periodo di intensa ricerca presso l'Università di Ulm e ha potuto  raffinare le tecniche di rilevamento del NFL anche grazie alla acquisizione di nuove tecnologie (“saggio di singola molecola”, Simoa). Patologie rimaste per decadi senza biomarcatore come SLA e FTD possono ora vantare una priorità tra le malattie neurodegenerative”.

“ La revisione– spiega  Federico  Verde – è il frutto di una analisi della letteratura in un campo a cui sono stato  introdotto da un  maestro quale Markus  Otto dell’Università tedesca di Ulm e a cui ho potuto  apportare negli ultimi anni un contributo diretto insieme con i colleghi  sia  tedeschi  sia italiani. Il NFL fa parte di una sorta di impalcatura interna delle cellule nervose; quando queste degenerano per effetto di patologie quali la SLA e la FTD, rilasciano al loro esterno frammenti di tale impalcatura, tra i quali appunto il NFL, che pertanto possono essere rilevati e quantificati nei liquidi biologici. Ciò ci fornisce informazioni sul tipo, l’entità e la velocità della degenerazione delle cellule nervose. Le evidenze  finora  accumulate – continua  Verde – dimostrano  che  il  NFL  può  supportare  la  diagnosi della  SLA  e  della  FTD,  fornire informazioni  utili  nella  prognosi  e – dato  di  notevole importanza in prospettiva – aiutare  a  misurare  la  possibile  efficacia  dei  trattamenti che vengono e verranno sperimentati per l’una e per l’altra malattia”.

“ È possibile – conclude Silani – c he il NFL , affiancato   ad  altri  biomarcatori, possa  amplificare la propria specificità  fornendo un  riferimento insostituibile per  la  gestione di  pazienti  con  patologia neurodegenerativa,  entrando  nel  bagaglio  degli  esami  da  acquisire per il corretto  inquadramento dei pazienti affetti da SLA e/o FTD”.

Per info: https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fnins.2021.679199/full (Omniapress-22.6.2021)