mercoledì 12 novembre 2025

Intelligenza Artificiale: Indirizzare il Cambiamento Epocale. Intervista al Professor Marco Filoni, Direttore Centro HAL (Human Ai Lab) dell'Universita LINK di Roma

                                             Professor Marco Filoni - Direttore Centro HAL

Roma (Pietro Cobor) - Si svolge presso l’Università degli Studi LINK di Roma l’attività del “Centro di Ricerca HAL – Human Ai Lab”, centro interdisciplinare che mira a promuovere e svolgere attività di ricerca sull’intelligenza artificiale al fine di migliorare la condizione umana e al servizio dei bisogni collettivi.
L’obiettivo è sviluppare ricerca, formazione, trasferimento tecnologico e sperimentazione nell’ambito dei seguenti settori: Critica dell’Intelligenza Artificiale; Etica e politica del digitale; Diritto delle nuove tecnologie; Sostenibilità e partecipazione delle tecnologie digitali; Economia del digitale.Queste tematiche sono affrontate nelle attività del Centro con un approccio multidisciplinare che si prefigge la promozione della ricerca teorica e quella applicata negli ambiti indicati.

Agenzia Omniapress ha intervistato il Professor Marco Filoni, Direttore di "HAL – Human AI Lab". 

D: Professor Filoni, qual è la missione del suo centro? HAL si propone di esplorare l'AI per migliorare la condizione umana e servire i bisogni collettivi. In termini pratici, quali sono i progetti di ricerca prioritari che state sviluppando in questo momento per tradurre questa missione in benefici tangibili per la società? Può farci un esempio concreto di una 'tecnologia responsabile' promossa dal vostro laboratorio?"

R: Il Centro di Ricerca HAL mira a promuovere un uso critico e compatibile delle tecnologie digitali e, in particolare, dell’intelligenza artificiale. Queste innovazioni stanno rivoluzionando le nostre vite ma né l’opinione pubblica né la classe dirigente sembra avere gli strumenti per governarle. Perciò HAL si fa promotore di una serie di iniziative per comprendere la portata di quel che sta accadendo; e per fornire le giuste abilità affinché la transizione digitale non avvenga a scapito di tutti noi cittadini (mentre le poche grandi aziende della Silicon Valley acquisiscono sempre più potere, tanto economico quanto politico, che sembra ormai impossibile arrestare). Per questo organizziamo convegni, seminari, giornate di studio dove i ricercatori più importanti della disciplina si confrontano; allo stesso tempo HAL promuove una serie di incontri dove le acquisizioni di studio e di ricerca si traducono in divulgazione: così andiamo nei licei, nei festival a mostrare i paradossi dell’intelligenza artificiale, che da un lato ci semplifica la vita ma dall’altro paghiamo un prezzo di cui, quasi sempre, non conosciamo la portata.

D: Ruolo Politico e Consapevolezza: HAL 'aiuta i decisori politici a orientarsi nella transizione verso un’AI sempre più avanzata'. Visto il crescente dibattito, in particolare a livello europeo, quali sono le lacune informative o i principali pregiudizi che riscontra nei decisori politici e come il vostro Centro interviene per garantire che le future normative sull'AI siano informate da un approccio critico e orientato all'uomo?

R: problema è in quello a cui accennavo sopra: la concentrazione di potere in poche aziende. Negli ultimi trent’anni il mondo digitale è stato letteralmente occupato da un manipolo di imprenditori che ormai non solo esercitano un potere sovrano sui territori conquistati, ma continuano ad annetterne di nuovi, e non solo nel mondo virtuale. Il risultato è un oligopolio di poche, gigantesche aziende per descrivere il quale sono stati coniati diversi acronimi, l’ultimo dei quali è particolarmente efficace: MAAMA: cinque società (Microsoft, Alphabet/Google, Apple, Meta/Facebook, Amazon), che vantano capitalizzazioni di mercato maggiori del pil di molti degli Stati più ricchi al mondo ed esercitano un potere che nessuna azienda ha mai avuto nella storia del capitalismo. Fino a che punto l’architettura di controllo che queste aziende hanno progettato intorno alle nostre vite sta alimentando un crescente risentimento collettivo? In che modo questa immensa concentrazione di potere sta modificando non solo il ruolo sociale, ma l’essenza stessa della ricerca scientifica? Tutto ciò è in qualche modo responsabile del clima di sfiducia nei confronti della scienza (e della democrazia) che caratterizza gli anni che stiamo vivendo? Queste sono le domande che HAL pone alla politica, senza per ora alcuna risposta.

D: Il Futuro dell'AI: il nome stesso del vostro Centro, 'Human AI Lab', suggerisce che 'l’uomo resta al centro'. In un panorama tecnologico in rapida evoluzione, dove il confine tra capacità umana e artificiale è sempre più sfumato, in che modo HAL intende mantenere questo 'spirito critico e libertà' e quali sono, secondo la sua visione, i rischi maggiori se questa centralità dell'uomo nell'evoluzione dell'AI venisse persa?

R: Con l’avvento delle nuove tecnologie, lo dicono i dati, assistiamo a un’inesorabile erosione delle nostre libertà e della democrazia. Per affrontare questa e altre problematiche è necessario liberarci dalle ideologie. Oggi la Silicon Valley è la più grande fabbrica di ideologia mai vista nella storia dell’umanità. Certo, l’intelligenza artificiale aiuta l’umanità nei suoi progressi scientifici, in ambito medico, sicuramente sarà fondamentale nel risolvere alcuni dei molti problemi che assillano l’essere umano. Eppure allo stesso tempo è necessario che vi siano luoghi e istituzioni capaci di indirizzare questo cambiamento epocale che per ora offre uno spaccato straordinariamente inquietante sui meccanismi grazie ai quali si sta sviluppando la società digitale. La Costituzione degli Stati Uniti – che ha creato il tessuto connettivo su cui è cresciuta la società americana – fu messa a punto nel 1787 nel corso di una Convenzione che si svolse a Philadelphia a cui parteciparono 55 delegati (tra cui spiccavano i nomi di Benjamin Franklin, George Washington, James Madison e Alexander Hamilton…). La Costituzione italiana fu varata nel biennio 1946-47 da un’Assemblea Costituente, eletta dai cittadini, presieduta prima da Giuseppe Saragat poi da Umberto Terracini. Oggi sembra normale che le norme sociali che regoleranno la società digitale prossima ventura possano essere plasmate da qualche (“illuminato”, se ci va bene) miliardario per riorganizzare la nostra società? La risposta è nell’educazione: far comprendere questi meccanismi, far sì che l’uso delle tecnologie diventi responsabile e che ognuno abbia quello spirito critico che gli permetta di usufruire degli indispensabili servizi della rete senza rimanere imbrigliato nelle sue perverse ragnatele.

Per info: https://www.unilink.it/ateneo/centri-di-ricerca/human-ai-lab (www.agenziaomniapress.com - 12.11.2025)