giovedì 6 novembre 2025

Tumore alla Prostata Avanzato: Novartis Presenta i "Ritmi di Cura per la Salute Maschile”. Raccontare, anche Attraverso il Jazz, Vissuto e Bisogni dei Pazienti


Milano (Marisa de Moliner) - In caso di un responso inappellabile certo, come di un Carcinoma prostatico avanzato, incerto è l’atteggiamento. Non tutti reagiscono allo stesso modo. E lo sa bene Novartis che ha presentato a Milano i risultati della ricerca, che ha commissionato a Elma Research, condotta su 64 uomini italiani affetti da questa patologia.
Dati che hanno portato all’individuazione di tre tipologie di pazienti, e precisamente: quella del Fatalista, che costituisce il gruppo più numeroso pari al 42 per cento, quella del Risolto che riguarda il 30 per cento e quella del Tormentato che si attesta al 28 per cento. Tre modalità di reazione con tutto il relativo bagaglio di emozioni che sono state ottimamente rappresentate dagli intermezzi musicali del duo jazz Smooth Vibes, in linea con il titolo dell'evento “Ritmi di Cura per la Salute Maschile”. Ed è proprio su questi che i pazienti, ben il 50 per cento, vorrebbero sintonizzarsi desiderando essere parte attiva del proprio percorso di cura, in un’alleanza che combina medicina, ascolto e fiducia reciproca.

Una partecipazione attiva di cui potrebbero beneficiare davvero moltissime persone, basti considerare che il Carcinoma prostatico, con i suoi 40mila nuovi casi italiani all’anno, è la neoplasia maschile di maggior incidenza. Una patologia con la quale, grazie a nuove ricerche e a terapie innovative, al momento è possibile convivere per lunghi anni. Ciononostante nella fase avanzata, in presenza di metastasi, resta un'area di elevata complessità clinica con una qualità di vita molto compromessa. Ma i clinici non si arrendono. La lotta contro il tumore alla prostata non si ferma come ha confermato nel corso dell'evento il professor Paolo Andrea Zucali, responsabile dell'Unità Operativa dell’Istituto Humanitas per la patologia oncologica del tratto uro-genitale e dei tumori rari del torace. “I progressi diagnostici e terapeutici degli ultimi anni - ha sottolineato- guidati dallo sviluppo della medicina di precisione e personalizzata hanno già consentito di aumentare la sopravvivenza e migliorare la qualità di vita. Occorre proseguire su questa strada, valorizzando i progressi scientifici e integrando sempre la voce dei pazienti”.

In attesa di questi sviluppi, coloro che sono alle prese con il Carcinoma prostatico in stato avanzato non hanno tutti le stesse reazioni. C'è chi rientra nel gruppo più numeroso (42 per cento dei casi) e di fronte a un referto che lascia ben poche speranze è Fatalista. È rassegnato e delega al medico le decisioni e ai familiari e ai caregiver il supporto per quanto riguarda il proseguire con fiducia le cure. Poi ci sono quei pazienti, che raggiungono il 30 per cento, e che definiti Risolti dimostrano un equilibrio conquistato grazie a consapevolezza e accettazione. L'ultima tipologia è quella dei Tormentati che affrontano questa situazione con rabbia, frustrazione, angoscia e risentimento.

A questo punto è palese quanto si rivelino importanti e costruttivi l'alleanza clinica e l'ascolto del paziente, come ha dichiarato Claudio Talmelli, presidente di Europa Uomo Italia. “Serve un approccio realmente multidisciplinare dove diversi specialisti, oncologi, urologi, medici nucleari e psicologi, collaborino per garantire una presa in carico completa e integrata del paziente. Dove la qualità percepita dal paziente è un indicatore mandatario per orientare un approccio terapeutico e assistenziale basato sui suoi bisogni clinici, emotivi e relazionali”. E a proposito di relazioni ha concluso con una metafora: “Bisogna tenere presente sempre anche l’altra metà dello spartito: i caregiver”.

Per informazioni: www.novartis.it (www.agenziaomniapress.com - 6.11.2025)