I numeri hanno premiato l’impegno dell’UAP, gratificando senza mezzi termini anche lo sforzo profuso, da parte di tutti i presenti, e quello spirito di collaborazione emerso finalmente, come non mai, “tra gli attori” della sanità, che è apparso, da subito, come una delle grandi peculiarità che hanno elevato la qualità della manifestazione. Più di duemila persone, oltre tutto provenienti da numerose regioni italiane, hanno fatto sentire la loro voce, allo scopo di rafforzare e internazionalizzare la causa delle imprese della sanità privata. Noi AMSI, UMEM, Uniti per Unire, Unione per l'Italia e Radio Co-mai Internazionale abbiamo fatto la nostra parte, con una delegazione composta da circa duecento persone, provenienti da svariati territori, anche con la presenza, assai significativa, di medici di origine straniera e medici professionisti della sanità italiana.
Dopo l'apertura dei lavori da parte della Presidente Giorlandino, sono intervenuti i rappresentanti di quasi di tutti i partiti, ed è poi toccato agli ospiti istituzionali più illustri, tra cui il Senatore Maurizio Gasparri, il Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, il Presidente della FNOMCeO, Filippo Anelli, il Presidente dell'Ordine dei Medici di Roma, Antonio Magi. Per quanto riguarda i partiti, nei loro discorsi hanno dato ampia disponibilità ad ascoltare le proposte dei rappresentanti promotori della manifestazione.
"È stato fatto un miracolo, vista la massiccia presenza di pubblico è proprio il caso di dirlo: e siamo ben felici che tutti si siano riconosciuti nello slogan 'Uniti per Unire'". Così il Prof. Foad Aodi, giornalista ed esperto di salute globale, a capo di una folta delegazione, presente al Brancaccio a nome delle associazioni sopra citate. Aodi ha ribadito la disponibilità a difendere la trasparenza, la legalità in sanità e nelle autorizzazioni, soprattutto “il principio del fare” opportunità per tutti, senza avere strutture sanitarie o organizzazioni sanitarie di serie A o B. Inoltre Aodi, come è stato chiesto da tanti giornalisti e come egli stesso ha fatto, come neo giornalista, ha elencato le statistiche che sono causa principale delle criticità nel vissuto quotidiano dei professionisti della sanità.
"Siamo ben felici che la Presidente Giorlandino abbia potuto contare sul nostro apporto, utilizzando nei suoi recenti comunicati stampa lo slogan 'Uniti per Unire', a dimostrazione dell’unità di intenti che si respira, e della forza di un evento di cui con orgoglio abbiamo fatto parte".
Aodi si sofferma a illustrare i motivi della manifestazione.
«Il diritto alla salute, sancito dall'art. 32 della Costituzione, non può e non deve essere sacrificato per favorire, lo ripetiamo, interessi di lobby o per imporre alle aziende sanitarie economie di scala che massificano le attività a scapito della qualità dell’assistenza. È inaccettabile che il Governo continui a ignorare le richieste e le proposte di un settore che rappresenta un pilastro fondamentale per la sanità italiana. Le strutture sanitarie private autorizzate e accreditate sono sottoposte a rigidi controlli regionali, con oltre 420 requisiti tecnici, strutturali e professionali da rispettare, mentre si permette alle farmacie di operare in deroga a questi standard, senza le necessarie autorizzazioni regionali, senza garanzie di responsabilità civile e penale in caso di errore diagnostico e senza il rispetto delle normative sulla privacy. Questa disparità di trattamento è semplicemente inaccettabile.
AMSI e Uniti per Unire e Umem, da sempre, con le proprie battaglie, condividono a pieno il senso dell’allarme lanciato dall’UAP, e come nei fatti viene anche dimostrato dalla recente creazione del Manifesto 'Uniti per i Medici', con 45 punti a favore dei diritti dei professionisti sanitari, sottoposto all’attenzione del Ministro della Salute Schillaci e già sottoscritto da oltre 450 soggetti, tra associazioni, sindacati e singoli.
Il tema forte, oltre a quello della valorizzazione dei professionisti sanitari, in questa manifestazione, è stato quello della tutela del lavoro dei laboratori e degli ambulatori e delle tante strutture private dislocate sul territorio, la cui esistenza e il cui futuro non può essere messo a rischio da un eccesso di burocrazia. "C'è una richiesta molto importante dal privato, dice ancora Aodi, che riguarda i medici specialisti, in particolare i responsabili di branca e direttori tecnici di branca, e poi c’è tanta richiesta di fisioterapisti, osteopati, podologi, logopedisti, e poi, per quanto riguarda la collaborazione inter professionale, si registra la sempre più forte necessità di favorire l’autorizzazione per far esercitare i professionisti della sanità presso i poliambulatori, abbattendo i muri burocratici e “la zona grigia”, come abbiamo già chiesto alla Regione Lazio e con una proposta da Uniti per Unire e AMSI. Ovvero, chiediamo alla Regione di consentire ai professionisti della sanità, non medici, di esercitare normalmente nei poliambulatori autorizzati a fianco dei medici specialisti, anche se per loro non si possono rilasciare dichiarazioni dalla regione come responsabili di branca, al pari dei medici specialisti. È questa la nostra richiesta che abbiamo avanzato, già da tempo, al sistema sanitario della Regione Lazio per garantire i servizi di qualità ai pazienti e di mettere al centro dell'attenzione il paziente con maggiori collaborazioni interprofessionali. A conclusione di questa manifestazione, emerge in modo inequivocabile che solo attraverso l’unità di intenti si arriva a ottenere grandi traguardi, e in questo caso ambedue le parti sono chiamate a fare il proprio dovere, la politica da una parte e i professionisti sanitari (associazioni, federazioni, sindacati, singoli professionisti dall’altra), in un percorso dove tutti fanno la propria parte».
Fra l'altro, sono circa 12.020 mila i professionisti della sanità italiani che dal 2023 a oggi hanno chiesto all’AMSI informazioni per andare a lavorare all’estero, in particolare nei paesi del Golfo, Svizzera, Norvegia, Regno Unito. Dall'1/8/2024 più di 1000 professionisti della sanità ci ha chiesto di andare a lavorare all'estero, di cui il 25% da Roma e Lazio ,23% Lombardia ,20% veneto 10% da Emilia Romagna ed il resto da tutte le regioni italiane. Solo in questi mesi di luglio e agosto 2024 , secondo le nostre indagini aggiornate, in Italia più di mille reparti ospedalieri hanno subito una riduzione della mole di lavoro o addirittura la chiusura, per mancanza di professionisti, a discapito della qualità delle prestazioni offerte ai cittadini; in particolare Lazio, Sardegna, Sicilia, Calabria, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte.
Per ulteriori info: www.unitiperunire.org (www.agenziaomniapress.com - 26.9.2024)