Milano (Marisa de Moliner) - Giugno tempo di sole e quale tempo migliore per scoprirne il potere terapeutico. E girare l'Italia con un motor-home per la campagna di prevenzione gratuita “ Non Romperle!”, promossa da Italfarmaco, per mettere in guardia dall'osteoporosi che non è una conseguenza ineludibile dell'invecchiamento. E che riguarda oltre 4 milioni di nostri connazionali, in prevalenza, per ben l'80 per cento, donne. Gli specialisti a bordo forniranno indicazioni, su come scoprire, rimediare, limitare la fragilità delle ossa che, contrariamente a quanto molti pensano, non riguarda esclusivamente gli anziani ma anche giovani e adulti. Una fragilità che comporta fratture soprattutto al polso, all'omero, alle vertebre, al femore, e ogni anno, tra cure, ricoveri e riabilitazione, costi di circa 10 miliardi di euro al Servizio Sanitario Nazionale. Costi che però non finiscono qui, bisogna tenere presente anche quelli relativi alle giornate di lavoro perse, all’isolamento sociale, alla depressione, alla perdita di autonomia con gravose spese a danno del budget familiare.
Ben otto le tappe del tour “Non romperle!”: in giugno il 7 e l’ 8 a Genova; il 9 e il 10 a Torino; l’11 e il 12 a Varese; il 13 e il 14 a Pavia; il 16 e il 17 ad Ancona; il 19 e il 20 a Bari; il 22 e il 23 a Battipaglia; il 24 e il 25 a Frosinone. Nel corso delle quali saranno offerti, dalle ore 9,00 alle 18,00, incontri individuali gratuiti con esperti del metabolismo osseo che non effettueranno esami tecnici di densitometria ma spiegheranno come scoprire se si è a rischio e come intervenire a cominciare da uno stile di vita salutare e adeguato. Chiarendo anche eventuali dubbi e soprattutto smantellando le diverse fake news.
Proprio come hanno fatto gli esperti, intervenuti a Milano alla conferenza stampa di presentazione del tour “Non Romperle!”, che hanno svelato i rischi per la salute delle ossa di certi contenuti diffusissimi sui social riguardanti le diete attualmente più gettonate. Come la Chetogenica che, sembra ci siano motivi per ritenere che possa ridurre la qualità delle ossa, secondo studi recenti. (Quali: The effects of popular diets on bone health in the past decade, pubblicato su Endocrinol, e Ketogenic diet and β-hydroxybutyrate in osteoporosis current progress and controversy su Frontiers). E non sarebbero esenti da rischi anche le diete ipocaloriche severe che parrebbero poter compromettere la qualità del tessuto osseo rendendolo più fragile e vulnerabile. Mentre per il digiuno intermittente, molto di moda in questo periodo, gli studi mostrano dati contrastanti e si rendono indispensabili ulteriori ricerche per valutarne la sicurezza a lungo termine.
Ma come si previene l'osteoporosi? A questo quesito in conferenza stampa a Milano ha risposto Giulia Letizia Mauro, professore ordinario di Medicina Fisica e Riabilitativa dell'Università degli Studi di Palermo e direttore del Dipartimento assistenziale di riabilitazione fragilità e continuità assistenziale dell'A.O.U. Policlinico di Palermo. “Le evidenze scientifiche internazionali ci dicono che per prevenire la fragilità ossea serve un approccio integrato che combini corretti stili di vita, attività fisica mirata, alimentazione ricca di calcio, vitamina D e, quando necessario, un supporto farmacologico mirato”. O perlomeno un'integrazione a quanto pare alla luce di nuove tendenze come l’uso tutto l’anno di protezioni solari. Che gli esperti considerano indispensabili, nonostante possano ridurre in parte la produzione cutanea di vitamina D, al fine di evitare eventuali rischi di tumori della pelle.
E a proposito di rischi, l’osteoporosi si previene anche smascherando le fake news. Un compito toccato nel corso della conferenza stampa, in collegamento video ad Andrea Giusti, specialista delle malattie metaboliche ossee e metabolismo minerale scheletrico, primario di Medicina Interna dell’ASL 3 di Genova. Tra le più diffuse vale la pena di evidenziarne due. La prima: il calcio fa venire i calcoli. “Falso- smentisce Giusti- l’assunzione di calcio nei casi di carenza, comuni con l’avanzare dell’età, non è associata alla formazione di calcoli renali, salvo in caso di patologie specifiche”. La seconda: bere latte da adulti non serve più. “Falso, il calcio è fondamentale a tutte le età- conclude- non solo da bambini. Anche in età adulta e anziana è importante assumerlo con l’alimentazione per mantenere la salute ossea. Bere latte da solo, però, non basta. Per mantenere lo scheletro in salute servono anche vitamina D, proteine, altri minerali (come magnesio, zinco e vitamina K), attività fisica regolare e uno stile di vita equilibrato. Pensare che basti un solo alimento è una semplificazione pericolosa”.
Per maggiori informazioni: www.nonromperle.it (www.agenziaomniapress.com - 3.6.225)