Lo Schermidore di Dal Bon
(a cura di Pietro Cobor) - Milano - E' in corso dal 16 giugno al 5 settembre 2010 a Palazzo Reale di Milano la mostra: “IL CHIARISMO. OMAGGIO A DE ROCCHI. Luce e colore a Milano negli anni trenta”.
Dopo numerosi anni di trascuratezza nei confronti di questa straordinaria stagione pittorica, Palazzo Reale e Skira Editore hanno voluto unirsi, con collaborazione della Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Milano e il settore Cultura del Comune di Milano per donare visibilità a questo movimento.
Elena Pontiggia, curatrice della mostra ha spiegato che il Chiarismo non significa semplicemente una pittura dai colori tenui ma vuol dire riscoperta del romantico, dissolvenza delle forme, tensioni che si allentano nella luce, figure eteree. Intima elegia, talvolta malinconica, ma pur sempre dolce e soffusa.
Le centodieci opere esposte portano la firma di grandi autori quali: Angelo Del Bon, Cristoforo De Amicis, Umberto Lilloni, Adriano Spilimbergo, Renato Vernizzi, Goliardo Padova, Oreste Marini e altri. Questi artisti, che amavano ritrovarsi al Caffè Mokador di piazza Beccaria a Milano per il solo piacere di conversare d’arte, non vogliono inquadrarsi rigidamente all’interno di un vero e proprio movimento, ma sono piuttosto un’atmosfera che irradia gli anni trenta del ‘900 di una visione artistica più lieve rispetto al movimento che il ha preceduti, ossia il classicismo degli anni’20.
Particolare risalto viene offerto a Francesco De Rocchi (Saronno 1902 - Milano 1978) al quale sono interamente dedicate le ultime sale della mostra. Per rendere omaggio a questo artista si sono riunite numerose sue opere realizzando, così, la più grande mostra a lui dedicata. Gli angeli senz’ali, dipinti durante la sua adolescenza, come trasfigurazione impalpabile dell’uomo, si completano del loro tratto distintivo durante la maturità del pittore e vengono qui esposti. De Rocchi non si limita a stendere sulle sue tele colori rosei e perlacei per rendere la vulnerabilità dell’uomo ma ne affida l’immagine alla rappresentazione femminile. Mario Tinti nel 1937 celebra così la sua pittura come “Una sostituzione alla poesia del crepuscolo con la poesia dell’aurora” .
Francesco De Rocchi, nato a Saronno nel 1902, inizia a dipingere affiancando il padre affrescatore. Trae ispirazione da artisti quali Luini e Gaudenzio. Compie i suoi studi artistici all’Accademia di Brera con Alciati. Nel 1930 si trasferisce ad Cisalgo. Nel 1936 torna a Milano dove apre uno studio e insegna all’Accademia di Brera. Alla fine degli anni trenta frequenta la galleria dell’Annunziata con gli altri suoi colleghi Chiaristi. Tra il 1939-1942 espone alle varie edizioni del Premio Bergamo. Nel dopoguerra trae ispirazione pittorica dall’artista francese Bonnard. L’artista muore a Milano nel 1978.
Tra le sue opere esposte spiccano: Figura del concerto (1931), Venere che si specchia (1932), La fanciulla dei colombi (1931), L’angelo musicante (1933), Mia Figlia (inviato alla Biennale di Venezia del 1934).
Oltre a De Rocchi e ai grandi rappresentanti del Chiarismo la mostra vuole ampliare lo sguardo sulla realtà dell’epoca aprendosi nelle prime sale ai precursori di questo gruppo: Renato Birolli, Pio Semeghini, Aligi Sassu, Luigi Broggini.
Accompagna la mostra il catalogo Skira con saggi della curatrice Elena Pontiggia e di Viviana Birolli, Stefano Crespi, Lorella Giudici, Marta Mirra, Manlio Paganella, una testimonianza di Pier Rosa de Rocchi e capillari apparati critici. Per ulteriori informazioni: www.comune.milano.it/palazzoreale (Omniapress-18.06.2010)