Milano (Marisa De Moliner) - La Pandemia e i lockdown hanno stremato i
nostri connazionali ma non gli hanno tolto la voglia di viaggiare, sia per
diletto sia per motivi professionali. E che siano pronti a fare le valigie
anche da un momento all'altro, in quattro e quattr'otto, a rivelarlo è la prima
analisi dell’EY Future Travel Behaviours, l’osservatorio di Ernst
& Young Global Limited che ha rilevato su un campione di 1000 soggetti i
trend connessi ai viaggi per vacanza e per lavoro nel Paese. Un'indagine che
riscontra i comportamenti, le preferenze e le attitudini dei viaggiatori di oggi e di domani, analizzando
– anche attraverso innovativi metodi di neuroscienze cognitive – come la
pandemia abbia influito sulla propensione degli italiani agli spostamenti.
A fronte delle drastiche contrazioni di viaggi registrate nel 2020 –
mobilità media giornaliera ridotta del
67% rispetto al 2019 – un primo
segnale di ripresa si era già registrato nel periodo estivo dello scorso anno,
segno della volontà degli italiani di tornare a viaggiare in presenza di un
miglioramento della situazione sanitaria.
Tale tendenza ha trovato conferma nei dati raccolti dall’ Osservatorio
EY Future Travel Behaviours che evidenziano come quasi 2 persone su 3 intendano
viaggiare almeno quanto prima della pandemia e in alcuni casi (23% ) aumentare
il numero di viaggi.
Cambiano le priorità: la salute incide sul traveler journey
L’emergenza sanitaria ha lasciato un segno indelebile anche nel settore
dei trasporti riducendo significativamente la domanda di mobilità. La maggior
parte degli individui che oggi sceglie dimettersi in viaggio (o che dichiara di
volerlo fare prossimamente) è consapevole del rischio di contagio da Covid-19 e
di conseguenza cerca di prendere tutte le precauzioni necessarie per evitarne
la propagazione. Questo si riflette trasversalmente in tutte le scelte che il
viaggiatore compie, dalla pianificazione iniziale del viaggio all’arrivo a
destinazione. La scelta legata al mezzo con cui viaggiare oggi diventa dunque
fondamentale. Il 62% degli italiani che
decidono di spostarsi, sia per motivi di lavoro sia di vacanza, ha
particolarmente a cuore le possibili conseguenze del viaggio sulla propria
salute e benessere. La maggior parte degli intervistati ( 59% ) sperimenta uno stato di ansia nei
confronti della propria salute, mentre solo il 9% del campione si dichiara “calmo” nei
confronti di un possibile rischio sanitario.
Claudio d’Angelo, Transportation
Market Segment Leader di EY,
commenta: “L’obiettivo principale dell’Osservatorio EY Future Travel Behaviours
è quello di determinare come le abitudini di spostamento degli italiani siano
cambiate prima e durante la pandemia. Per poter dare un contributo alla ripresa
del turismo è infatti fondamentale individuare quali siano i driver che guidano
i viaggiatori nella scelta del mezzo di trasporto affinché gli operatori della
mobilità possano rispondere alle nuove esigenze dei viaggiatori durante le
diverse fasi del traveler journey. Le nuove preferenze di spostamento, la
personalizzazione dell’offerta e dell’esperienza di viaggio e soprattutto la
grande attenzione per i temi ambientali e di sicurezza sanitaria, rappresentano
cambiamenti strutturali e determinanti non solo per gli operatori della
mobilità ma anche per tutto il sistema turismo”.
La centralità della preoccupazione per gli aspetti sanitari connessi al
viaggio si riflette anche in una nuova priorità a livello dei servizi richiesti
dai viaggiatori. La pandemia ha infatti introdotto nuove esigenze a cui le
compagnie di trasporto si sono ritrovate a dover rispondere per soddisfare al
meglio i bisogni dei viaggiatori. Secondo i dati dell’Osservatorio EY Future Behaviours, gli italiani, a fronte
anche di un anno di grandi incertezze, chiedono innanzitutto la possibilità di
ottenere rimborsi e bonus automatici in caso di ritardi o disservizi (67% ).
Inoltre, desiderano avere a disposizione tariffe flessibili, che garantiscano
ad esempio la possibilità di usufruire di modifiche e cancellazioni gratuite
(61% ). Una novità rispetto al passato, divenuta oggi imprescindibile, è
rappresentata dal 54% degli italiani che pretende l’adozione di misure adeguate
a garantire il distanziamento ed evitare
assembramenti e dal 46% che richiede la distribuzione di presidi
personali per garantire la sicurezza sanitaria (es. mascherina, disinfettante
mani).
Meno viaggi di lavoro, ma resta il desiderio di vedersi dal vivo
Ad oggi, il 47% degli italiani
afferma che limiterà i propri viaggi di lavoro. Ma l’indagine EY mette in
evidenza un atteggiamento latente più profondo. Infatti, i test impliciti – uno
strumento utilizzato in psicologia per indagare i
processi mentali automatici che fanno da sfondo ai processi mentali consapevoli e intenzionali – rivelano che il desiderio di vedersi dal
vivo in ambito lavorativo rimane forte. Il 65%
del campione preferisce gli incontri di lavoro in presenza, a fronte di
una percentuale minoritaria (18% ) che
invece preferisce i meeting virtuali.
In vista dell’estate: vacanze e sostenibilità
Nel corso del 2020 si è registrato un calo nell'utilizzo di tutti i
mezzi di trasporto per viaggi divacanza ed in particolare dei mezzi collettivi
come il treno (utilizzato dal 15% del campione rispetto al 36%
del 2019) e l'aereo ( 18% nel 2020 a fronte del 49% nel 2019). I dati
dell’Osservatorio EY però ci suggeriscono che le cose potrebbero cambiare in un
contesto più sicuro dal punto di vista sanitario. Infatti, il 42% dei viaggiatori afferma di orientare la
propria scelta sulla base dell’impatto ambientale del mezzo di trasporto. Il
treno è percepito essere il mezzo più sostenibile (61% ) mentre l’auto (17% ),
sotto questo punto di vista, si posiziona appena al di sopra dell’aereo (12% ).
La pandemia sembra
aver acceso significativamente l’attenzione dei
viaggiatori verso la sostenibilità ambientale:
una consapevolezza latente, che emerge dalle rilevazioni
implicite realizzate appositamente per indagare la propensione degli
intervistati. I dati dell’Osservatorio ci mostrano infatti che l’attitudine
alla sostenibilità interessa il 67% degli intervistati, percentuale
significativamente maggiore rispetto al 42%
di chi dichiara esplicitamente di avere una particolare attenzione
all’ambiente. Infine, guardando all’età, la generazione Z (età compresa tra i
18 e i 25 anni) è la più sensibile di tutti al tema (54% ).
I profili dei viaggiatori stanno cambiando: otto i gruppi individuati
Dai risultati dell’Osservatorio emergono dunque cambiamenti profondi
nelle motivazioni alla base delle scelte di viaggio che rendono la popolazione
dei viaggiatori sempre più eterogenea, con preferenze diversificate, e le
segmentazioni tradizionali del mercato obsolete. I dati raccolti hanno permesso
di identificare 8 profili rappresentativi dei viaggiatori (ad
esempio i Health & Environment Concerned
Travelers, Hypertravelers )che tengono conto di
caratteristiche anagrafiche, comportamenti e preferenze di viaggio, intenzioni
dichiarate esplicitamente e motivazioni rilevate attraverso analisi implicite.
Tra i profili identificati, il gruppo più numeroso è quello dei Potential
Frequent Travelers ( 18% del campione)
che intende aumentare i propri viaggi sia per vacanza sia per lavoro mentre i
Potential Leisure Travelers ( 11% ) si aspettano, quando l’emergenza sanitaria
sarà finita, di aumentare i viaggi per vacanza rispetto a prima della pandemia,
ma di limitare iviaggi per lavoro.
Per info: www.ey.com (Omniapress-26.4.2021)