Milano (Marisa de Moliner) - Non solo Covid, Dopo quello contro il
coronavirus e quello antinfluenzale gli anziani dovrebbero farsi somministrare
anche quello contro l'Herpes Zoster. E precisamente quello ricombinante
adiuvato che dovrebbe far evitare questo virus
frequentissimo, a rischio 1 adulto su 3 e 1 su 2 negli ultra
ottantacinquenni. A consigliare questo nuovo vaccino sono gli esperti
intervenuti oggi alla conferenza stampa virtuale, come il professor Roberto
Bernabei, docente di Medicina Interna e Geriatria all'Università Cattolica del
Sacro Cuore di Roma che individua in Don Matteo (Terence Hill) e Robert De Niro
i testimonial ideali per la campagna vaccinale contro il virus conosciuto anche
come Fuoco di Sant'Antonio. Il ricorso ai due attori dovrebbe essere uno dei
mezzi utili per convincere gli anziani, soprattutto i Baby Boomers perchè sono
una nuova generazione di anziani che si prepara a vivere una terza età in
maniera attiva nonché informata e lunga. Basti pensare che nel nostro Paese nel
giro di una generazione saranno ben 20 milioni le persone fragili in là con gli
anni. Al momento tra i nostri connazionali con tantissime primavere alle spalle
si contano oltre 700mila ultranovantenni, 14mila centenari ,1.500
centocinquenni e 12 i super centenari di 110 anni.
A questo punto si comprende
l'importanza del nuovo vaccino ricombinante adiuvato, ora disponibile anche in
Italia, adottato per prima dalla Regione Lombardia attraverso una procedura di
gara. Una nuova arma per la prevenzione dell’Herpes Zoster efficace fino al 97%
negli individui tra i 50 e i 69 anni che potrà essere somministrato in tutte le
categorie di soggetti per cui è indicata la vaccinazione nel Piano Nazionale di
Prevenzione Vaccinale. Prevenzione contro
una malattia che ogni anno colpisce circa 150mila italiani e può causare
un dolore molto intenso, talvolta durevole nel tempo, dando luogo in alcuni
casi ad una complicanza invalidante chiamata Nevralgia post-erpetica (NPE) che
ha un impatto negativo sulla qualità della vita dei soggetti colpiti. Si
calcola che circa 1 individuo adulto su 3 sia a rischio di sviluppare almeno un
episodio di Herpes Zoster (HZ) nel corso della propria vita. L’incidenza e la
gravità aumentano con l’età con un incremento dopo i 50 anni, arrivando ad 1
individuo su 2 nei soggetti di età superiore a 85 anni. La malattia può essere
debilitante per periodi prolungati, con assorbimento di risorse del Servizio
Sanitario Nazionale in termini di visite, accertamenti e cure.
A fare il punto sulla patologia e sulle nuove opportunità di salute
offerte dalla vaccinazione, sono stati gli esperti riuniti oggi in una
conferenza stampa digitale a cui hanno partecipato Massimo Andreoni, Professore
Ordinario di Malattie Infettive presso l’Università Tor Vergata di Roma; Roberto
Bernabei, Docente di Medicina interna e Geriatria all’Università Cattolica del
Sacro Cuore di Roma; Giancarlo Icardi, Professore Ordinario di Igiene presso
l’Università di Genova; Fabio Landazabal, Presidente e AD GSK Italia; Emanuele
Monti, Presidente della Commissione Sanità di Regione Lombardia e Tommasa Maio,
Segretario Nazionale Federazione Italiana Medici di Medicina Generale
Continuità Assistenziale.
Il vaccino ricombinante adiuvato (RZV), è stato sviluppato e formulato
da GSK per fornire un’elevata efficacia contro l’Herpes Zoster e la Nevralgia
post-erpetica, per essere ben tollerato nelle popolazioni ad aumentato rischio
di sviluppare la patologia, incluse quelle immunocompromesse, e per offrire una
protezione duratura nel tempo.
La scelta di sviluppare un vaccino adiuvato è l’elemento innovativo
della formulazione di questo nuovo vaccino. Un adiuvante, infatti, è un
componente che stimola la risposta immunitaria innata in modo simile alla
naturale risposta agli agenti patogeni. Gli adiuvanti sono progettati per
stimolare risposte immunitarie precoci, forti e durature.
Anche l’Italia ha contribuito in termini di studi clinici alla
registrazione del vaccino ricombinante adiuvato. Nel nostro Paese, infatti,
sono stati condotti 5 studi clinici registrativi con il coinvolgimento di 47
centri.
“La lunga tradizione italiana in campo vaccinale e di sanità pubblica ha
fatto sì che siamo stati e siamo in prima linea anche nello sviluppo clinico di
Shingrix”, ha raccontato Giancarlo Icardi, Professore Ordinario di Igiene
dell’Università di Genova. “Come sperimentatori abbiamo per primi constatato
non solo la sicurezza ma anche l‘ottima performance di questo vaccino in tutti
i soggetti che sono eleggibili alla vaccinazione contro l’Herpes Zoster”, ha concluso.
Ma, tornando alla patologia, qual è la percezione di clinici e pazienti
nei confronti dell’Herpes Zoster? In termini di frequenza, il fattore dominante
che favorisce l’insorgenza dell’HZ è il declino immunitario dovuto all’età. A
rivelarlo è una indagine online condotta su 200 operatori italiani – di cui 100
medici di base, 49 igienisti, 26 infettivologi, 25 diabetologi –
rappresentativi di 13 regioni italiane per conoscere il grado di consapevolezza
su questa patologia e registrare i tassi di adesione alla vaccinazione. Le
Regioni coinvolte sono state Puglia, Lombardia, Sicilia, Toscana,
Emilia-Romagna, Piemonte, Liguria, Veneto, Marche, Sardegna, Calabria,
Basilicata e Umbria. Nell’ultimo mese precedente l’indagine, il 97 per cento
degli operatori sanitari coinvolti dal sondaggio ha parlato delle vaccinazioni
contro l’HZ con i pazienti. Tra i medici che ne discutono, la metà raccomanda
altamente la vaccinazione ai pazienti dai 50 anni in su, dato che sale a 2/3
per i pazienti over 70. Infine, gli operatori sanitari discutono in media del
vaccino contro l’HZ con 254 pazienti al mese.
“I medici di medicina generale non potranno che essere in prima linea
per la prevenzione dell’Herpes Zoster ancora di più grazie alla disponibilità
di un vaccino innovativo che presenta caratteristiche perfette per l’utilizzo
nel nostro setting”, ha sottolineato Tommasa Maio, Segretario Nazionale
Federazione Italiana Medici di Medicina Generale Continuità Assistenziale.
“L’efficacia dei medici di medicina generale in ambito preventivo – ha aggiunto
– è ormai storicamente dimostrata. Il Covid ha reso ancora di più evidente
questo ruolo: mentre i dipartimenti di prevenzione in molte regioni hanno
sospeso all’insorgere della pandemia le attività di prevenzione vaccinale, i
medici di medicina generale, nei loro 60.000 studi capillarmente distribuiti
sul territorio, hanno continuato a fare counselling, educazione alla
prevenzione delle malattie croniche, a somministrare vaccini agli adulti,
attività culminata in autunno quando siamo riusciti a vaccinare in sicurezza
oltre 11 milioni di Italiani per l’influenza in appena 10 settimane, nonostante
si fosse in piena seconda ondata Covid e nonostante non fossimo stati vaccinati
contro il Covid”.
Tra i pazienti, invece, l’indagine ha coinvolto un campione di 297
soggetti tra i 65 e i 75 anni (età media 69 anni), disponibili a ricevere le
vaccinazioni, tutti consapevoli degli effetti del cosiddetto Fuoco di
Sant’Antonio, di cui il 55 per cento uomini e il 45 per cento donne. L’82 per
cento dei soggetti sarebbe molto propenso a ricevere una vaccinazione contro
l'Herpes Zoster. Ciò nonostante, la possibilità di sviluppare la patologia è
ritenuta improbabile dal 62 per cento degli intervistati e circa 1 su 3 non sa
se sia a rischio di contrarre l'Herpes Zoster in futuro. Infine, tra gli
intervistati – per l’84 per cento pensionati, il 10 per cento ancora lavoratore
a tempo pieno o parziale e il 6 per cento non occupato – 1 persona su 5 ne ha
sofferto ma solo il 5 per cento ha ricevuto il vaccino.
“L’Herpes Zoster è una malattia determinata dalla riattivazione del
virus della varicella con manifestazioni cliniche tipo rash ad evoluzione
vescicolosa”, ha ricordato Roberto Bernabei, Docente di Medicina interna e
Geriatria all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, che ha poi
aggiunto: “Gli anziani –1/100 degli ultrasessantenni ne vengono colpiti – sono
un target favorito perché hanno un sistema immunitario compromesso o comunque
meno efficiente. Su questa premessa si sviluppa l’Herpes Zoster e soprattutto
la sua complicanza più seria, la Nevralgia post-erpetica – 1/10 ne sono colpiti
tra i soggetti infetti adulti – spesso resistente alla terapia. Altre
complicazioni come la localizzazione oftalmica, le sovrainfezioni batteriche o
la paralisi dei nervi periferici fanno dell’Herpes Zoster un pericolo forte per
la qualità della vita, resa dal virus miserevole. Motivi per cui è importante
poter disporre di un nuovo vaccino efficace”, ha concluso Bernabei.
Il Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2017-2019 (PNPV) ha
introdotto nel calendario vaccinale, oltre che nei Livelli Essenziali di
Assistenza (LEA) del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), la vaccinazione
anti-HZ per la coorte dei 65enni e per i soggetti a partire dai 50 anni di età
con presenza di patologie quali diabete mellito, patologia cardiovascolare e
broncopneumatia cronica ostruttiva (BPCO), o candidati al trattamento con
terapia immunosoppressiva fattori che aumentano il rischio di sviluppare HZ o
ne aggravano il quadro sintomatologico. Sinora era disponibile in Italia un
vaccino vivo attenuato, in grado di ridurre di circa il 65 per cento i casi di
nevralgia post erpetica e circa il 50 per cento di tutti i casi clinici di
Herpes Zoster. Ma l'efficacia decresce con l'età, passando dal 70 per cento nei
cinquantenni al 41 per cento nei settantenni. L'efficacia del nuovo vaccino
ricombinante adiuvato, valutata in persone a cui sono state somministrate due
dosi a distanza di 2 mesi, è invece intorno al 97 per cento nei cinquantenni e
del 91 per cento nelle persone ultrasettantenni. Tra i vantaggi anche la
possibilità di usarlo in soggetti precedentemente vaccinati con il vaccino vivo
attenuato, di co-somministrarlo con altri vaccini, la persistenza della
protezione per diversi anni e l’efficacia contro la nevralgia post-erpetica.
“Il nuovo vaccino ricombinante adiuvato è un passo avanti
importantissimo in considerazione della sua elevata efficacia sia nel breve che
nel lungo periodo, soprattutto per i soggetti over 65, visto che lo Zoster è una
patologia assai frequente nella popolazione adulta e con gravi complicanze”, ha
spiegato Massimo Andreoni, Professore Ordinario di Malattie Infettive
dell’Università Tor Vergata di Roma, aggiungendo: “Inoltre, il vaccino
disponibile fino ad oggi era a virus vivo attenuato, non utilizzabile proprio
laddove c’è maggiore necessità: nei pazienti immunodepressi che da oggi possono
invece beneficiare di questa nuova opzione preventiva”.
Durante l’incontro stampa è stato ricordato il caso della regione
Lombardia che ha deciso di adottare subito questa nuova vaccinazione per i
propri cittadini a rischio attraverso una procedura di gara che, nei giorni
scorsi, ha visto l’aggiudicazione in favore del vaccino ricombinante adiuvato
di GSK.
Il polo senese di GSK Vaccines è un punto di riferimento nel panorama
dei vaccini a livello globale. Con una tradizione di oltre 100 anni, è stato il
primo al mondo a sviluppare vaccini rivoluzionari. Non poteva quindi che
trovarvi spazio anche il nuovo vaccino ricombinante adiuvato contro l’HZ che,
nel vicino stabilimento di Rosia, viene confezionato per poi essere distribuito
in diversi paesi nel mondo fra cui l’Italia. In soli 12 mesi e con un
investimento di 5 milioni di Euro, è stato possibile avviare una linea di
produzione caratterizzata dalle tecnologie più avanzate e con la possibilità di
produrre sia confezioni singole sia da 10 vaccini, che attualmente sono
esportate anche negli Stati Uniti, in Germania, Canada, Italia, Australia,
Spagna e Regno Unito; e prossimamente in Nuova Zelanda, Svizzera, Singapore,
Irlanda, Portogallo, India, Arabia Saudita, Corea del Sud, Brasile. A questa
attività, inoltre, nei prossimi mesi si affiancherà l’infialamento
dell’adiuvante usato nel vaccino.
“L’emergenza ci ha insegnato l’importanza di non abbassare la guardia e
di preservare i servizi essenziali per proteggere tutti, dando un nuovo
significato alla vaccinazione dell’adulto come persona di cui proteggere sia
qualità di vita che ruolo nella società – ha sottolineato Fabio Landazabal, Presidente
e AD GSK Italia. – Trasformando le prospettive di chi è a rischio di Herpes
Zoster rinnoviamo la nostra promessa di costruire innovazione reale per i
pazienti, partendo proprio dalle nostre eccellenze di ricerca e produzione in
Toscana da dove il vaccino viene prodotto e distribuito in tutto il mondo”.
Per info: www.gsk.it (Omniapress-7.5.2021)