Milano (Pietro Cobor) - Secondo un'indagine di EY (Ernst & Young), le banche e le assicurazioni italiane si distinguono nel mondo per la attività ESG (Environment, Social, Governance), in ambito ambientale, ma devono fare di più in tema di Governance. Le compagnie assicurative italiane sono leader a livello globale sia per rispetto dell’ambiente sia per l’attenzione agli aspetti sociali. In tema di governance, trasparenza sulla composizione e le attività del consiglio d’amministrazione e divario salariale penalizzano le istituzioni finanziarie italiane rispetto a quelle europee
Infatti, con un punteggio di 8,4 su 10 le assicurazioni italiane
dominano quelle di tutti gli altri Paesi in termini di attività volte a
limitare o ridurre il loro impatto ambientale e si comportano bene anche nella
gestione dell'energia e nell'attività sui cambiamenti climatici. È quanto
emerge dall’EY Sustainable Finance Index, il benchmark globale che
confronta oltre 1.100 società di servizi finanziari (banche, assicurazioni,
società di gestione patrimoniale e del risparmio) in tutto il mondo in
relazione ai parametri ESG e alla qualità dell’informativa sulla sostenibilità.
L'Indice EY classifica i progressi dei diversi Paesi nel loro percorso verso la sostenibilità, assegnando un punteggio da 1 a 10; inoltre, misura l’ampiezza e il dettaglio dell'informativa relativa alle attività ESG (Environmental, Social and Governance) esprimendo una percentuale di copertura dei parametri inclusi nell'indice.
Federico Guerreri, EY
Global and EMEIA Financial Services Risk Leader, commenta: “Gli intermediari
finanziari svolgono un ruolo fondamentale nel promuovere un’economia più
sostenibile. Oltre a migliorare il proprio profilo di sostenibilità e a
sviluppare prodotti più sostenibili per i propri clienti, possono favorire
l'integrazione di fattori ambientali, sociali e di governance nei processi
decisionali, contribuendo a indirizzare e accelerare la transizione ecologica delle
imprese e incentivando gli individui a stili di vita più sostenibili. Con l’EY
Sustainable Finance Index vogliamo dare un contributo a questo processo
monitorandone i progressi ed evidenziando best practice e aree di miglioramento”.
Il comparto assicurativo: in Europa buone
performance su tutti gli indicatori ESG, Italia top su ambiente e social
Le compagnie
assicurative europee sono un passo avanti rispetto alle compagnie del resto del
mondo riguardo alle attività ESG. Nel 2020, il mercato assicurativo del
continente ha ottenuto un punteggio di 6,6 per l'attività ESG, contro
una media globale di 5,8. Riguardo alla comunicazione, le assicurazioni
europee stanno divulgando una media del 64% dei parametri ESG, contro il
55% a livello globale. Inoltre, il settore assicurativo europeo supera
quello bancario e quello della gestione patrimoniale sia nelle attività ESG sia
nella disclosure.
A livello italiano, le
compagnie assicurative ottengono un punteggio di 6,7 sulle attività ESG
(contro il 5,8 a livello globale) e comunicano il 71% dei
parametri ESG (contro il 55% della media globale).
Con un punteggio di 7,1
il settore assicurativo italiano è leader nel mondo anche riguardo alle
tematiche sociali, in particolare sul fronte della protezione dei dati e degli
informatori (whistle-blower). Inoltre, ottiene buoni risultati sia in relazione
al contributo allo sviluppo della comunità attraverso iniziative di
responsabilità d’impresa, sia sul fronte dell’attenzione ai dipendenti e dello
sviluppo delle competenze. Inferiore alla media globale, invece, la performance
relativa all’equità della retribuzione. Sui temi sociali il comparto
assicurativo italiano rende pubblici il 74% dei dati ESG, 20 punti
percentuali sopra la media globale.
Riguardo agli aspetti
di governance, le compagnie assicurative dell’Italia ottengono un punteggio
medio di 5,9 inferiore a quello globale (6,4). Pesano su questa
performance il basso punteggio in tema di trasparenza sulle attività e sulla composizione del consiglio di
amministrazione, soprattutto riguardo alla diversity: la percentuale media di
membri esecutivi di sesso femminile nei CdA è dell’8% contro il 17% a livello
globale.
Il settore bancario: parametri di
governance da rafforzare
Le banche europee
superano quelle del resto del mondo nella divulgazione di ciascuna delle tre
componenti ESG, comunicando il 60% dei parametri dell'Indice contro il 48%
della media globale, con le banche più grandi che tendono a comunicare più di
quelle piccole.
Normativa e standard di
reporting condivisi favoriscono la divulgazione delle informazioni ESG. A tal
proposito, Rossella Zunino, Italy Financial Services Sustainable Finance
Leader di EY, commenta: “La disponibilità delle istituzioni finanziarie
a comunicare dati di qualità sulle loro iniziative nel campo della
responsabilità sociale e ambientale è un indicatore forte dei progressi in
materia di finanza sostenibile. Significa che le istituzioni finanziarie sono
impegnate nel raggiungere gli obiettivi ESG e stanno monitorando i loro
progressi. È un buon segnale, ma va anche considerato che la disclosure è
spesso legata ad esigenze di compliance normativa e spinta soprattutto dal
regolatore europeo. Con l’introduzione lo scorso marzo del regolamento
sull’informativa di sostenibilità dei servizi finanziari (SFDR) gli
intermediari sono chiamati ad informare gli investitori finali dei rischi legati
alla sostenibilità, oltre a quelli finanziari”.
In tema di ambiente, il
settore bancario europeo ottiene un punteggio medio di 4,6 nelle
attività ESG e divulga il 44% dei parametri dell’Indice, contro una
media globale del 23%. Migliori le performance sugli aspetti sociali (55%
di divulgazione dei parametri ESG contro il 40% della media globale) e,
soprattutto, sulla governance (70% contro il 65% a livello
globale).
Venendo all’Italia, le
banche del Paese hanno performance superiori alla media globale sui parametri
ambientali, mentre ottengono punteggi più bassi sugli aspetti sociali e di
governance. Riguardo all’ambiente, gli intermediari italiani hanno un punteggio
ESG di 6,1 ben superiore alla media globale (2,8) e un livello di
divulgazione del 45% (contro il 23% della media globale). Le
banche del Paese si distinguono per una gestione energetica efficiente e le
buone pratiche sulle emissioni, mentre c’è un margine di miglioramento riguardo
all’inclusione dei fattori ambientali nelle scelte di finanziamento, alla
gestione delle terze parti e alla selezione dei fornitori.
In relazione agli
aspetti sociali, il settore bancario italiano raggiunge un disclosure rate del 63%
(50% la media globale) e un punteggio ESG di 6,6 (contro il 6,0
della media globale). Le banche in Italia risultano invece deboli in termini di
equità della remunerazione, attenzione allo sviluppo della comunità in cui
operano (una sola banca su 20 segue le linee guida dell'OCSE per le
imprese multinazionali), riservatezza dei dati e protezione degli informatori.
In tema di governance, i risultati delle banche italiane sono modesti e inferiori alla media globale: 5,8 il punteggio ESG, contro una media globale di 6,1 e 62% il livello di divulgazione, contro il 65% della media mondiale. La modesta performance si deve soprattutto alla debolezza nel divulgare parametri quali il numero di riunioni del consiglio di amministrazione e la relativa partecipazione, il divario salariale, i diritti degli shareholder e la confidenzialità sulle politiche di voto.
EY Sustainable Finance Index: L'Indice monitora oltre 200 informative relative ai fattori ESG di oltre 1.100 istituzioni finanziarie (comprese 806 banche, 217 compagnie assicurative e di riassicurazione e circa140 società di gestione patrimoniale e del risparmio) in tutto il mondo. Esamina l'ampiezza e il grado di dettaglio dell’informativa di ciascuna istituzione in rapporto a questi parametri individuali, che sono stati raggruppati in 25 categorie sotto le tre componenti: ambientale, sociale e di governance. Questi dati sono stati inseriti in un sistema di punteggio, che classifica i paesi man mano che progrediscono nel loro percorso verso la sostenibilità, dando un valore da uno a dieci (il punteggio ESG), nonché misurando l’ampiezza dell'informativa (il tasso di divulgazione), espressa come una percentuale. Nel tempo, l’indice potrà includere nuovi parametri per adattarsi all'evoluzione del pensiero sulla finanza sostenibile.
L'Indice è allineato con le Stakeholder Capitalism Metrics definite dal
World Economic Forum (WEF) e dall'International Business Council (IBC). Non è
ancora possibile mappare direttamente i 229 parametri individuali dell'Indice
con i 21 temi principali WEF-IBC, poiché molti dei temi WEF-IBC non hanno
ancora metriche specifiche. Tuttavia, mentre il lavoro di WEF-IBC continua, i
nostri parametri evolveranno con esso, assicurando che l'Indice EY sia
allineato con gli Obiettivi di sviluppo sostenibile e che tenga traccia degli
sviluppi della Global Reporting Initiative, del Sustainability Accounting
Standards Board (SASB) e della Taskforce on Climate-Related Financial
Disclosures (TCFD).
I dati sono stati raccolti nel novembre 2020.
Per info: www.ey.com (Omniapress-14.6.2021)