venerdì 24 ottobre 2025

Strutture Sanitarie Private: Aodi (AMSI): "Oltre 23Mila Sono Gestite da Professionisti di Origine Straniera". Creano Occupazione e Servono Molte Migliaia di Cittadini


Roma  – “Senza il contributo dei professionisti di origine straniera la sanità italiana sarebbe più povera e molti servizi rischierebbero la chiusura”. Così il Prof. Foad Aodi, fondatore e presidente dell’Amsi(Associazione Medici di Origine Straniera in Italia), fotografa il radicamento di un fenomeno ormai strutturale: oltre 23mila strutture private – tra ambulatori, poliambulatori, centri di riabilitazione, dialisi, odontoiatria e farmacie – sono oggi gestite in Italia da medici e operatori sanitari provenienti da altri Paesi.

«Oggi stimiamo oltre 23mila strutture private in Italia dirette o gestite da colleghi di origine straniera: solo nel Lazio si concentra circa il 18% del totale nazionale, in Lombardia il 16%, in Veneto e Emilia-Romagna il 10% ciascuna, in Piemonte l’8%, in Sicilia e Campania il 7% ciascuna, in Calabria il 5%, mentre le restanti quote si distribuiscono tra Puglia (5%), Friuli Venezia Giulia (4%), Sardegna (3%), Trentino-Alto Adige (3%) e Abruzzo (2%). Numeri che mostrano un radicamento crescente e diffuso in tutto il Paese».

Aodi ricorda le tappe della presenza sanitaria straniera in Italia: dagli anni ’60 alla caduta del Muro di Berlino, quando arrivavano soprattutto studenti da Paesi arabi, africani e mediterranei; poi dal 1989 professionisti già laureati con riconoscimento dei titoli; quindi le ondate dopo la Primavera araba e, infine, l’arrivo di colleghi durante la pandemia e con l’articolo 13 del decreto “Cura Italia”.

«Il 45% dei laureati della prima fase è rimasto in Italia – sottolinea Aodi – e oggi molti di loro hanno cittadinanza italiana, ricoprono ruoli da primari e direttori di dipartimento o sono titolari di strutture private. La seconda generazione prosegue il cammino: figli e figlie diventano medici, fisioterapisti, farmacisti, dietisti, logopedisti. È un patrimonio che arricchisce il Paese e contribuisce al SSN».

Lo stesso Aodi guida quattro centri di riabilitazione e un poliambulatorio, il Centro Medico Iris Italia, gestito insieme ai figli, Nadir Aodi – lui già valente podologo e vice segretario generale dell’Amsi e lei, Letizia Aodi, futura dietista, iscritta alla Cattolica – a conferma di un radicamento familiare e professionale. Accanto a questi, tante farmacie di proprietà di colleghi provenienti da Paesi dell’Est e dal mondo arabo, che ogni giorno servono migliaia di cittadini e creano occupazione.

«Ogni struttura – aggiunge Aodi – non solo offre servizi sanitari, ma crea posti di lavoro e ricchezza. Senza il contributo di questi professionisti, tanti servizi sarebbero chiusi o in difficoltà. Le nostre realtà sono un pilastro della sanità integrata, pubblica e privata, e un presidio fondamentale anche per le comunità più fragili».

«Dopo 25 anni – conclude Aodi – entriamo nella piena seconda stagione: più uniti, più radicati, più internazionali. Come Amsi più che mai, in rappresentanza dei professionisti sanitari di origine straniera di ieri e di oggi, difendiamo la salute globale, valorizziamo i professionisti stessi e promuoviamo cooperazione sanitaria e culturale, con regole uguali per tutti e nel rispetto delle leggi italiane. E rafforziamo la rappresentanza internazionale, con l’ingresso dell’Amsi e di Uniti per Unire nell 'U.A.P., l'Unione delle maggiori sigle nazionali e regionali degli Ambulatori e Poliambulatori privati autorizzati e privati convenzionati, ai cui vertici c’è la dott.ssa Mariastella Giorlandino e di cui fanno parte anche associazioni come FederAnisap ed Aisi».
Per info:  www.amsimed.org (www.agenziaomniapress.com - 24.10.2025)